Mentre
cammino verso il mare sento che il cuore batte troppo forte.
Devo
fermarmi perché ho paura.
Il fiato non mi basta e dentro di
me qualcuno sta gridando di tornare indietro.
Invece continuo a
camminare, verso di te, verso quell’unico sogno che ho
cullato nelle mie notti insonni: averti qui, davanti, per dirti che non
ti ho scordato mai.
Arrivo e non vedo altro che mare e subito le lacrime arrivano di corsa
a spegnere un dolore cupo e sordo che sento dentro il petto.
Stupido
vecchio che crede ancora ai sogni.
L’uomo del bar mi guarda
fisso per qualche secondo in più degli altri giorni.
Volevo
chiedergli se avesse visto quella donna, quella con gli occhi grandi
come il mare, quella che stava seduta davanti a me senza parlare,
quella che vive dentro di me e che non sono mai riuscito a cancellare.
L’ha vista passare in questi giorni? Ha chiesto di me? Come
può vivere senza di me? Perché non ha parlato?
Perché non è rimasta a condividere il delirio di
questa vita in bilico su un mare senza fine?
Appoggia la tazzina sopra il tavolo e poi sparisce.
Oggi ha dimenticato
l’acqua.
Dovrò avvisarlo.
Seguo
con gli occhi il
suo tragitto e quando mi giro lei è seduta di fianco a me.
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