Oggi hai i capelli che si muovono nel vento.
Porti la tua camicia bianca, quella che avevi il giorno in cui ci siamo persi in una città che non ricordo.
Allora avevi gli occhi che brillavano, allora sorridevi e quando finalmente siamo riusciti a ritrovare la tua auto eri rammaricata per quella magia che si esauriva.
Ed io non sono più riuscito a togliere dalla mia vita ogni respiro, ogni minuto di quel tempo e forse è stato proprio allora che sei riuscita a entrare così profondamente dentro la mia anima.
Sei silenziosa, assorta dentro tuoi pensieri.
Sembra che il sole non possa attraversarti e sembri triste.
Lo so che siamo vecchi ma mentre ti guardo il desiderio si riaccende e quasi io sento ancora il tuo sapore.
Sento l’odore delle nostre notti, vedo finestre aperte e fuori tutto l’universo ad ascoltare i nostri battiti del cuore.
Devo tenere gli occhi chiusi, devo fermare questi pensieri prima di rimanere sopraffatto e non riesco a dire nulla.
Immagino che tu sia immobile, lo sguardo perso dentro il mare, ma non so proprio cosa fare, non so che cosa dire.
Vorrei gridare, piangere, tenerti stretta, e poi farti del male e tutte queste cose contemporaneamente riescono soltanto a darmi un senso di prostrazione, una stanchezza antica. Qualsiasi cosa faccia non sarà mai esattamente quello che sento dentro.
Devo scappare via ma giuro che proverò a cercarlo quello sguardo, io proverò a strapparlo a queste acque, portarlo dentro la mia casa, le mura bianche come un sogno, il mio terrazzo in bilico sulla follia.
Così avrò compagnia nelle mie notti e forse, a volte, riuscirò anche ad assopirmi.
Riapro gli occhi e finalmente vedo un piccolo sorriso che fugge via come se fosse spaventato.